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Laddove manchino (e spesso mancano) le politiche sociali a sostegno della famiglia, sta alle imprese lungimiranti adottare un assetto che promuova e pretenda la piena ed effettiva parità di accesso non soltanto all’occupazione, ma anche agli avanzamenti carrieristici e salariali, tra donne, uomini e lavoratori fragili. Flessibilità, welfare aziendale, centralità e dignità di chi lavora sono i punti cardine intorno a cui immaginare il volto delle aziende di domani: è infatti obsoleto considerare le politiche di bilanciamento come misure a esclusiva tutela delle donne. Crediamo, piuttosto, in politiche a tutela della genitorialità: condivisa e corresponsabile.
La vera rivoluzione è, prima di tutto, culturale: certamente le misure di welfare e il rigoroso controllo del mantenimento dell’equità occupazionale tra dipendenti donne e dipendenti uomini sono le azioni che caratterizzano le imprese virtuose, impegnate nella pratica a sostenere genitorialità e famiglia. Ma prima di qualsiasi misura di sostegno, essenziale è estendere al maggior numero di donne possibile gli strumenti per poter lavorare: senza indipendenza economica, non c’è libertà. E’ un assunto tanto semplice quanto imprescindibile. Per questo, a fianco alle buone pratiche a sostegno del bilanciamento tra lavoro e vita privata, siamo impegnati a promuovere costantemente progetti di alfabetizzazione, formazione linguistica e culturale delle donne di origine straniera o, in generale, in condizione di marginalità e fragilità.
Grazie!!