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di Davide Zanini, insegnante di italiano L2 e operatore legale di K-Pax.

K., 24 anni, ghanese, e M., 23 anni, gambiano, sono stati in accoglienza con K-Pax qualche anno fa.
Arrivati come richiedenti asilo, hanno entrambi avuto esiti negativi nel corso dell’iter amministrativo e giurisdizionale per il riconoscimento della protezione internazionale: prima il diniego della Commissione Territoriale, poi il rigetto del ricorso di primo grado presso il Tribunale di Brescia. Hanno lasciato il progetto d’accoglienza da ricorrenti in Corte d’Appello.

Durante la permanenza in accoglienza, oltre alla frequentazione di corsi di formazione e all’apprendimento della lingua italiana, hanno avviato percorsi di inserimento lavorativo tramite tirocini extracurriculari, poi trasformatisi per entrambi in contratti di assunzione.
Proprio in forza di tale positivo percorso di integrazione e di proficuo inserimento sociale e lavorativo, la Corte d’Appello di Brescia nel settembre 2020 – a 5 anni dal loro ingresso in Italia e a 4 anni dall’audizione in Commissione – ha riconosciuto a entrambi il diritto a ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari.

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