0364321365 (Breno) - 0307821474 (Brescia) info@k-pax.eu
Grazie a Lavialibera che, grazie alla penna e alla sensibilità di Alessia Manzi, ha raccontato in modo magistrale cosa sia il nostro Hotel Giardino Breno. Venite a trovarci e sostenete il nostro progetto.
ʺHo visto Istanbul dopo aver trascorso un po’ di tempo a Teheran. In Turchia ci sono rimasto quasi due mesi. Quando è arrivato il momento di andare via attraversando il mare, io non ho avuto paura. Da piccolo c’era un lago vicino al mio villaggio: è lì che ho imparato a nuotareʺ. Wasim ha lasciato il Pakistan nel 2010 che era ancora un ragazzino. ʺIn Grecia ho vissuto fra Atene e Salonicco. Non sai quante volte sono finito in carcere lì. Poi ho percorso la rotta balcanica: Bulgaria, Serbia, Croazia. A Belgrado mi hanno messo in una prigione piccola, buia e con poco cibo. È stato terribileʺ. Seduto al tavolo della sala da pranzo dell’Eco Hotel Giardino di Breno in Val Camonica, Wasim racconta la sua storia e di come sta ricostruendo la sua vita e quella della sua famiglia in Italia, lavorando come custode di questa storica struttura alberghiera. È uno sette cittadini rifugiati e richiedenti asilo, arrivati da Pakistan, Gambia, Ucraina e altri Stati, che lavorano nell’albergo gestito dalla cooperativa K-Pax.

Da una finestra alle sue spalle, il cielo terso fa da sfondo alle cime dell’Adamello che spiccano fra i tetti di questo piccolo centro della provincia di Brescia. Nonostante le temperature siano vicine allo zero, il paesaggio di montagna e il sole che splende sulla vallata trasmettono un senso di serenità che contrasta coi ricordi di Wasim. ʺDopo essere giunto a Triste, ho proseguito verso la Francia. Sarei voluto restare, ma anche se minorenne, non mi hanno accettato. E così ho provato in Belgio e sono stato respinto anche lì. E così sono tornato in Italia – aggiunge il ragazzo scuotendo la testa –. Ho perso il conto di quante notti ho dormito sotto ai ponti di Milano, finché sono stato fermato e spedito in una caserma a Brescia. Per giorni, una pizza è stato il mio unico pasto quotidianoʺ.

La vita di Wasim comincia a migliorare una volta entrato nel percorso di accoglienza. ʺSe non impari la lingua, tutto è molto più difficile. Oggi sono felice. Nel 2019 sono tornato in Pakistan per sposare mia moglie. Ho la cittadinanza, e quindi sono riuscito ad avere il ricongiungimento familiare. Abbiamo due bambini. Chissà, forse in futuro, uno di loro, sarà il sindaco di questo paese – esclama Wasim che, giunto alla fine del suo turno, si congeda –. Ora torno a casa dalla mia famigliaʺ.

Un progetto di inclusione e tutela ambientale
Dal 2013 questo antico albergo della Val Camonica cambia nome in Eco Hotel Giardino, ed è preso in gestione dalla K- Pax. La cooperativa sociale è stata fondata nel 2008 da operatori e ospiti delle strutture di prima e seconda accoglienza del territorio e ha una sede anche a Brescia, dove ci sono due progetti Sai (Sistema accoglienza e integrazione). L’Eco Hotel Giardino ha come valore la tutela ambientale e la promozione turistica della Val Camonica. Oltre ad escursioni guidate sul territorio l’albergo promuove la Valle anche coi prodotti della filiera a chilometro zero, che unisce alle produzioni della catena equosolidale. ʺL’impronta eco è nata spontaneamente con l’avvio del progetto. È stata una questione di sensibilità e propensione dei soci collaboratoriʺ, spiega Silvia Turelli, operatrice legale di K-Pax. I clienti sembrano apprezzare la struttura e lo spirito che guida il progetto.

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