Da una finestra alle sue spalle, il cielo terso fa da sfondo alle cime dell’Adamello che spiccano fra i tetti di questo piccolo centro della provincia di Brescia. Nonostante le temperature siano vicine allo zero, il paesaggio di montagna e il sole che splende sulla vallata trasmettono un senso di serenità che contrasta coi ricordi di Wasim. ʺDopo essere giunto a Triste, ho proseguito verso la Francia. Sarei voluto restare, ma anche se minorenne, non mi hanno accettato. E così ho provato in Belgio e sono stato respinto anche lì. E così sono tornato in Italia – aggiunge il ragazzo scuotendo la testa –. Ho perso il conto di quante notti ho dormito sotto ai ponti di Milano, finché sono stato fermato e spedito in una caserma a Brescia. Per giorni, una pizza è stato il mio unico pasto quotidianoʺ.
La vita di Wasim comincia a migliorare una volta entrato nel percorso di accoglienza. ʺSe non impari la lingua, tutto è molto più difficile. Oggi sono felice. Nel 2019 sono tornato in Pakistan per sposare mia moglie. Ho la cittadinanza, e quindi sono riuscito ad avere il ricongiungimento familiare. Abbiamo due bambini. Chissà, forse in futuro, uno di loro, sarà il sindaco di questo paese – esclama Wasim che, giunto alla fine del suo turno, si congeda –. Ora torno a casa dalla mia famigliaʺ.
Un progetto di inclusione e tutela ambientale
Dal 2013 questo antico albergo della Val Camonica cambia nome in Eco Hotel Giardino, ed è preso in gestione dalla K- Pax. La cooperativa sociale è stata fondata nel 2008 da operatori e ospiti delle strutture di prima e seconda accoglienza del territorio e ha una sede anche a Brescia, dove ci sono due progetti Sai (Sistema accoglienza e integrazione). L’Eco Hotel Giardino ha come valore la tutela ambientale e la promozione turistica della Val Camonica. Oltre ad escursioni guidate sul territorio l’albergo promuove la Valle anche coi prodotti della filiera a chilometro zero, che unisce alle produzioni della catena equosolidale. ʺL’impronta eco è nata spontaneamente con l’avvio del progetto. È stata una questione di sensibilità e propensione dei soci collaboratoriʺ, spiega Silvia Turelli, operatrice legale di K-Pax. I clienti sembrano apprezzare la struttura e lo spirito che guida il progetto.
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