11 Giugno 2020 – “La Pacchia”, intervista all’autrice Bianca Stancanelli.
Abbracciamondo Festival non si ferma. Nonostante le ristrettezze, i distanziamenti e la paura di questo periodo, noi torniamo a promuovere incontro, confronto, conoscenza e aggregazione, anche se dobbiamo farlo in spazi virtuali. Siamo consapevoli che mancherà a tutte e tutti noi il momento di incontro dal vivo intorno alle sonorità, ai profumi, alle voci, ai sapori della cucina, dell’arte e della musica del mondo, ma crediamo fortemente di non poterci esonerare, nemmeno quest’anno, dal portare al centro della riflessione collettiva i temi del confronto, della conoscenza, dell’incontro e dell’accoglienza, segnando un passo e marcando la presenza, in qualche modo, di questa bella Italia che Resiste.
Grazie a tutte e tutti coloro che ci hanno accompagnati fino a qui, che seguiranno anche questi eventi online e con cui siamo certi di riprendere l’anno venturo il calendario itinerante di Abbracciamondo Festival.
Si comincia Giovedì 11 Giugno, in diretta alle 18:30 sulla pagina Facebook di Abbracciamondo, grazie alla disponibilità e al contributo di Bianca Stancanelli, giornalista e autrice del libro “La Pacchia”. A due anni dall’uccisione di Soumaila Sacko nelle campagne calabresi in cui lavorava come bracciante, parleremo della vicenda umana di questo giovane maliano, della condizione dei tanti braccianti stranieri nel nostro mezzogiorno e del dibattito politico e mediatico che spesso li vede al centro di slogan e posizioni sommarie, come quella riportata nel titolo del libro “la pacchia”.
LA PACCHIA
Due anni fa, nella piana di Gioia Tauro, terra di caporalato e braccianti, moriva Soumaila Sacko, giovane maliano di 29 anni, arrivato in Italia con la speranza di un lavoro e di una vita migliore per sé e per la sua famiglia. Soumaila viene ucciso il 2 Giugno del 2018 da un colpo di fucile, mentre è intento a recuperare lamiere con cui costruire alloggi di fortuna per gli altri braccianti che, in possesso di regolare permesso di soggiorno, vivono e lavorano in condizioni disumane.
“Proprio quel giorno, mentre il giovane viene colpito a morte, Matteo Salvini, appena nominato ministro dell’Interno, scandisce in un comizio a Vicenza il suo slogan contro gli immigrati: «La pacchia è finita».
Rimbalzando nell’estremo Sud, quella frase diventa il sigillo tragico e beffardo sulla morte di un uomo che, come migliaia di altri africani, lavorava per una paga da fame in un’Italia dove molte sono le pacchie, e nessuna ha per protagonisti i migranti”.
Insieme a Bianca Stancanelli, giornalista e scrittrice per l’Ora di Palermo e Panorama, scopriremo una pacchia fatta di accampamenti senza riscaldamento né corrente elettrica, senza servizi igienici né tutele, una pacchia di cui, in Italia, si muore a 29 anni, per un colpo di fucile.
Scarica QUI la locandina dell’evento.