di Carola Rizzi, operatrice sociale di K-Pax.
Non solo accoglienza, ma anche cultura e informazione.
Da anni la nostra organizzazione si occupa di interventi nelle scuole di ogni ordine e grado per sensibilizzare e informare insegnanti e studenti riguardo al tema generale delle migrazioni forzate e riguardo all’operato quotidiano di K-Pax in qualità di ente gestore del servizio Sprar Sai per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Solo con una puntuale attività di informazione e comunicazione verso l’esterno si potranno scardinare gli stereotipi e le dicerie relative ai rifugiati dei “35 euro al giorno” e riguardo al business delle cooperative che fanno accoglienza. Soltanto con nomi, numeri e dati alla mano si potrà affermare incontrovertibilmente che l’Italia e l’Europa non sono invase e che i fondi per l’asilo e le migrazioni forzate vengono investiti tutti in progetti virtuosi e perfettamente rendicontabili. Soltanto attraverso l’esperienza diretta si potrà dimostrare come suddetti progetti siano l’unico vero antidoto alle situazioni di marginalità e alle sacche di ghettizzazione, delinquenza, illegalità e degrado sociale.
Questa settimana ne parliamo con gli studenti delle classi quarte dell’IPSIA Tassara di Breno, istituto che storicamente crede nel valore di queste iniziative e ci invita a portare le nostre esperienze tra i banchi di scuola. Un grazie particolare agli studenti e agli insegnanti che hanno creduto nel valore di questa iniziativa e hanno scelto di proporla anche nella modalità della didattica a distanza.
I giovani sono il futuro di questo mondo ancora da migliorare.