di Vania Pedroni, operatrice sociale di K-Pax.
Sono Vania.
Sono un’operatrice sociale da quattro anni, ormai.
Dal 2016 ad oggi ho seguito quarantanove utenti del progetto Sprar “Brescia Provincia Aperta” e su un foglio, negli anni, ho segnato i loro nomi e la loro provenienza; nient’altro.
Il resto lo ricordo bene, rileggendo il nome di qualcuno, ricordo subito un particolare che lo contraddistingue. Una frase abituale, un gesto, un sorriso, una voce, un dolore. Qualsiasi pezzettino di quella persona, io abbia avuto la fortuna di cogliere durante il suo percorso all’interno del progetto.
I momenti più preziosi, sono quelli inaspettati: in coda a qualche sportello, parlando del più e del meno, durante una lunga attesa. In appartamento, durante un giro di controllo casa, facendosi aiutare con qualche manutenzione. Sulla metro o sul bus, durante un viaggio verso qualche appuntamento burocratico, quando si commenta ciò che si vede, insieme.
Si imparano tante cose, lavorando a stretto contatto con persone migranti, ma soprattutto si impara a comprendere quanto si può essere simili, proprio perché così diversi.